Posted 27 nov 2002

Agosto 1985: ero in un bar al mare con degli amici in un sonnacchioso pomeriggio estivo, le moto posteggiate e le chiacchiere che giravano al minimo finchè... un suono indescrivibile appare all' orizzonte nella veste di una moto in avvicinamento. Come molle schizziamo giù dal muretto:" ma che diavolo di moto è che fà 'sto suono così unico?". Il bolide posteggia proprio di fronte a noi, eravamo allibiti nel vedere le quattro bocche da fuoco che parlavano di furia pura...ebbene, davanti a noi c'era la leggenda di quei tempi: la RD500LC; se non si era capaci di domarla l'annientamento era assicurato; solo il tempo di un caffè, di nuovo l'urlo e via, con l'anteriore che prendeva la via del cielo. E' stato amore a prima vista, di quello vero, ma quando si hanno 18 anni le grandi passioni non sono quasi mai assecondate da un portafoglio disponibile ad esaudirle. Luglio 1995: stesso bar; mentre parlavo con mia moglie un suono lontano, nello spazio e nel tempo, si riaffacciava nei miei timpani e nella mia mente... avete mai provato il deja vù?, ebbene esiste; così la rividi e stavolta decisi di non farmela scappare nuovamente nel circuito dei ricordi. Inizia la ricerca, ma non potete capire cosa sono 10 anni di vita per una RD500: ridotte ad ibridi di dubbia natura, malandate all'inverosimile e con un libretto che sembra un registro dell'anagrafe per quanti proprietari ci sono trascritti; per non parlare dei meccanici che non fanno altro che dire:" fuma come una raffineria, grippa sempre e poi...ci si è ammazzata un sacco di gente con quella moto lì". Avevo ormai quasi rinunciato finché un giorno leggo un inserzione su Porta Portese (giornale di compravendite, molto diffuso a Roma),quindi telefonata di rito e appuntamento... Marzo 1997, palaghiaccio di Marino, ore 8.30 del mattino, nebbia su tutti i fronti: meteorologico e mentale, quest'ultima dovuta ai mille dubbi che mi assillavano; ore 9.00, ormai pensavo ad una buca quando...si...l'urlo...SI...E'LEI!. La nebbia sparì, era di nuovo di fronte a me, finalmente bella e possibile. Vivere con lei è stata, ed è tuttora, un esperienze indimenticabile: di tutti i problemi e le leggende che la accompagnano, nemmeno l'ombra; personalmente la considero una moto stupenda sotto tutti i punti di vista: il suo V4 a due tempi è una bomba sempre pronta ad esplodere, ma sa anche girare in città, senza manifestare alcun problema e senza divorare benzina ed olio ( circa 15Km/l ed 1 litro di olio per 1000Km); ha una linea che tuttora ritengo molto attuale, con quel codone panciuto che ospita le due espansioni superiori; il telaio e i freni non sono il massimo, soprattutto a confronto dei prodotti odierni, ma è quanto basta per divertirsi, senza esagerare, in tutta sicurezza; con il monoposto ha una grinta invidiabile, ma la sua sella comoda invoglia volentieri mia moglie a qualche gita fuori porta insieme ( perdonatemelo, ma di certo non posso dire lo stesso delle recenti race replica! ); unico vero neo è l'efficienza del faro anteriore: appena sufficiente. L'emozione di girare con questa moto, invece, esiste già nella fase di avviamento: scalciata sulla pedivella, un suono allo scarico unico e inimitabile, che subito richiama nella memoria i circuiti e gli eroi dei GP; le persone che ti affiancano, ti fanno accostare e ti raccontano che stai cavalcando il loro stesso sogno, e la luce che hanno negli occhi è la stessa che avevo io tanti anni fa e che ancora riesco ad avere ogni volta che vado a farci un giro; inoltre, quando vado al lago e in tutti quei posti dove gruppi di motociclisti si radunano per consumare la passione, non manca mai il proprietario dell'ultima R1 che si avvicina, tra un misto di stupore ed incredulità, facendo i complimenti per la nobile cavalcatura e il suo splendore originario. Febbraio 2001, box di casa mia; i vetri colano rugiada a ricordarmi che fuori fa un freddo cane ma...non importa; tolgo il telo che la copre, gli parlo e la carezzo mentre si compie il rituale della vestizione invernale, allora lei mi dice:" andiamo via, solo io e te"...Chiave nell'avviamento girata, spia del folle e dell'olio accesa, l' YPVS ronza a dirmi che si sta preparando; aria tirata, scalciata sulla pedivella e di nuovo quel suono, pronto a diventare un urlo, a raccontarmi che io e lei possiamo tornare in quel bar per vivere quelle emozioni che non abbiamo potuto scambiarci prima. Questa é la mia vita con la erredì: coronamento di un sogno, volato via e riafferrato al volo, prima che fosse troppo tardi; se anche tu che stai leggendo hai avuto ed hai la mia stessa passione, sbrigati ad esaudirla, perché i sogni, i 18 anni e quei (2) tempi non tornano più.

...Tra poco potrò rivivere queste cose, scritte un bel pò di tempo fa.
Le ho messe qui perchè stasera ho cominciato a riassaporare la passione, quella passione profonda e incomparabile che accomuna i sudditi della Regina e che li fa ritrovare una sera in un box per rimontare il suo V4.
Un grazie di cuore a Jetpilot e al suo amico ex Rdista che mi hanno aiutato fino a qualche minuto fa e mi hanno tenuto compagnia...veramente...GRAZI
E!

MaxRD500 e la sua Regina

                                                                                          clicca e leggi uno dei racconti di MaxRossi

Torna all'home page